Un sugo ricco e saporito a base di polipetti, perfetto per condire gli spaghetti o da gustare come zuppa.
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A giugno Monte Pepe si prepara all'arrivo dell'estate. Che camurria! Da due anni ormai nel piccolo borgo immerso tra le montagne siciliane si attendono orde di turisti curiosi di assaggiare gli arancini più famosi dell'isola, e non solo, e conoscere Rosa, Nunziatina, Maria, Giuseppa e Sarina, "le Signore di Monte Pepe", proprietarie dell'ormai noto "Regno degli arancini". Fra amori finiti, nuove relazioni che stanno per cominciare, partenze, arrivi, delusioni, speranze nel cuore, c'è una novità che le rende elettrizzate e preoccupate allo stesso tempo: Luciano Bellini, ex direttore di un albergo poco distante da Monte Pepe, chiamato a Parigi a dirigere un hotel a cinque stelle, ha invitato le Signore di Monte Pepe nella capitale. Il loro compito è incantare i clienti più ricchi ed esigenti dell'albergo con una cena sontuosa, a base dei profumi, dei colori dei sapori dei piatti siciliani. E Parigi è il luogo per sognare, circondati dalla bellezza e dall'eleganza e perché no, imbattersi anche in un nuovo amore, specialmente per chi ormai non ci crede più.
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Un contadino stava sradicando un pero perché non faceva frutti. Un monaco glielo chiese in dono e, siccome era scultore, ne fece un crocifisso, che la gente pregava per avere delle grazie. Quando lo vide, il contadino esclamò: "Piru chi mai a lu munno ha fattu pira, ora di piru Cristu t’apprisenti. Pira ‘un facisti e miraculi vo fari?"
Questa collana che evoca questa meravigliosa isola che è la Sicilia è realizzata interamente in acciaio inox inalterabile e anallergica
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S.B.
Gli spaghetti, simbolo della cucina italiana, hanno radici antiche nella storia della Sicilia.
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(Dal Giornale di Sicilia del 18/10/1984)
Ancòra lu settènniu 'i presidenza
nun ha finutu e già si fannu avanti
li pritinnenti a l'onurificenza.
Cu è chi privarrà davanti a tanti?
C'è 'u vecchiu presidenti tantu amatu,
ci sunnu deputati, senaturi...
quarchi ministru un pocu murmuriatu
e avutri chi cancianu culuri.
Mi pari 'na partita a rubamazzu
d'unni, quann'unu pari c'ha vinciutu,
c'è n'àutru chi allonga lestu un vrazzu
e ci arrobba li carti, mutu, mutu.
E' chista la pulitica in sustanza:
un tavulinu, quattru jucatura
jiunciuti a strumintiari 'nta na stanza,
mentri 'u populu aspetta fora 'i mura!