Chianci Palermu e chianci Siracusa. / A Carini c'é lu luttu 'nta ogni casa...
Comincia con questi versi un antico poemetto di autore anonimo intitolato L'amaru casu di la Barunissa di Carini, in cui si parla di un fatto tragico avvenuto nel secolo XVI a Carini, presso Palermo.
Nel castello di Carini, maestosa costruzione risalente ai Normanni, il barone Cesare Lanza di Trabia uccise con la spada la figlia Laura. Questa, moglie del nobile Vincenzo II La Grua sin da quando aveva quattordici anni, tradiva il marito con un giovane appartenente a famiglia di antica nobiltà, Ludovico Vernagallo. Anche il Vernagallo venne ucciso nella stessa circostanza, ma da un uomo di fiducia di Vincenzo La Grua.
Le famiglie Lanza, La grua e Vernagallo erano legate da antichi vincoli di amicizia, si frequentavano regolarmente e Laura sin da bambina aveva conosciuto sia il futuro marito che il futuro amante.
Malgrado si fosse macchiato di un delitto orrendo, il Barone Lanza di Trabia, grazie all'appoggio di influenti amicizie che vantava alla Corte di Madrid, riuscì ad evitare la punizione. Il genero passò a nuove nozze e continuò a vivere in quel castello dopo aver trasformato gli ambienti che, essendo stati teatro del grave fatto di sangue, ricordavano troppo la Baronessa Laura. Questa era stata molto cara al popolo, che pianse per la sua morte atroce e la considerò sempre innocente e vittima di meschine insinuazioni.
Il poemetto, che un autore ignoto scrisse per cantare quella dolcissima e sfortunata donna, ebbe ampia diffusione, tanto che la tragica vicenda della Baronesa di Carini, tramandata di generazione in generazione, si coprì di un alone di leggenda, quasi fosse fantasia di un poeta.
Invece quel fatto é accaduto veramente, come attestano alcune lettere inviate al Vicerè di Sicilia dalla Corte di Madrid, dalla quale la nostra Isola dipendeva, per informarla di quanto era accaduto a Carini. Addiritura nel registro parrocchiale di quel piccolo centro ancor oggi é possibile leggere gli atti di morte della baronessa e del suo amante, scritti nello stesso giorno.