Ogni anno, nel periodo precedente il Natale, si ripete nei miei pensieri con rinnovato piacere, il ricordo del più bel Natale della mia vita.
Io sono vecchio ormai, e di feste natalizie ne ho vissuto tante!...Tutte ricche di ogni cosa, e la tavola sempre piena di ogni ben di Dio. Ma la storia che fece quel Natale, il più lieto di tutti i miei Natali, é una storia molto vecchia...
Bisogna dunque sapere che quando mio nonno era ancora giovane, mio padre un ragazzo ed io un soldo di cacio, abitavamo in un piccolo paese siciliano; immerso nella campagna.
Nel podere accanto a quello di mio nonno, viveva un giovane falegname; così bravo, che la gente per farsi fare panche, sedie, tavoli e mobilio vario, veniva anche da molto lontano.
La vita scorreva serena...niente di molesto turbava il quieto vivere.
Un bel giorno però la pace fu scossa all'improvviso, i rapporti di buon vicinato cessarono d'incanto quando il falegname tagliò un ramo dal vecchio albero d'ulivo del nonno, che sporgeva però nel suo campicello.
Da quel giorno, mio nonno non volle più avere a che fare con il vicino, reo di avergli tagliato quel ramo.
Gli anni passarono freddi; così come tutte le feste di Natale.
Noi durante le ricorrenze natalizie ci riunivamo intorno al caminetto acceso per cantare le canzoni della Santa Festa, poi si mangiava rallegrandoci di poter festeggiare ancora insieme.
Ma mentre la nostra casa era piena d'allegria, al contrario quella di Mastro Ulivo (nomignolo che gli venne attribuito dopo la disputa col nonno) era vuota, perché lui viveva solo; la sua casetta era illuminata solo dalla luce tremula di una candela.
Ma quello che la gente non sapeva, era che Mastro Ulivo, anche se solo, era felice lo stesso, perché nei pezzi di legno rimasti, dopo aver fatto i mobili, intagliava con tanta maestria le figure del Presepe che ogni anno diventavano sempre più numerose.
Poi tutte le Sante feste di Natale le disponeva per benino intorno alla Sacra Famiglia e così parlando un po' a questo un po' a quello, trascorreva in letizia il suo Natale.
Quell'inverno era particolarmente freddo, stavamo tornando tutti infreddoliti dalla chiesa, dopo che avevamo assistito alla funzione di mezzanotte, mentre la neve cadendo copiosa aveva coperto il sentiero di un manto di candida ovatta...dove io correndo, affondavo i piedi mentre cercavo di prendere i fiocchi che si cullavano nell'aria.
Ad un certo momento, passando accanto alla casa di mastro Ulivo, fui attratto dalla luce che usciva dalla finestrella del bravo falegname....ma non era la solita luce debole e tenua, era una luce intensa dai lunghi raggi dorati che facevano scintillare la neve che si era posata sul prato.
Piano piano, incuriosito, mi avvicinai per sapere cos'era la causa di tante lumunosità.
Ogni cosa era come se fosse in un mondo passato.
Rimasi preso in una calda atmosfera, vedevo, o avevo l'impressione di vedere come se le figure così piccole com'erano, avessero sembianze umane, e si muovevano come se fossero vere.
Ogni cosa era come se vivesse irrealmente.
Preso com'ero da tanta magia, non mi ero accorto che la mia famiglia si era radunata dietro di me, e tutti, compreso il nonno, estasiati come me, guardavano stentando a credere quello che vedevano.
Il buon falegname si accorse di noi, e amorevolmente ci fece entrare, a noi bambini offrì quel poco che aveva...nocciole e castagne...poi, dalla mangiatoia, prese il Bambin Gesù...e lo porse al nonno dicendo:..."Lo intagliai per te in quel ramo d'ulivo"
Furono poche parole, ma ebbero un effetto così conciliante, che al nonno spuntarono le lacrime agli occhi, di slancio prese il ritrovato amico e se lo strinse forte e per lungo tempo al petto.
Quello fu il NATALE più bello della mia vita.
D'allora in poi, tutti i Natali si festeggiarono in casa di MASTRO ULIVO...e sulla tavola sempre bene imbandita, non mancarono mai...le noci e le castagne!...