Nella zona residenziale di Livorno, tra l’antico borgo di Antignano e il nuovo quartiere di Bandinella, oggi inglobati dalla città, sorge il Centro pastorale di Santa Lucia, di recente costruzione. Si tratta di un vasto complesso architettonico che, oltre alla chiesa, comprende gli spazi per le attività parrocchiali, per l’accoglienza e per il tempo libero. Il progetto, ricco di soluzioni originali ed intelligenti con una forte valenza simbolica, porta la firma dell’architetto siciliano Vincenzo Greco, che ha diretto anche l’esecuzione dei lavori.
L’architetto Greco, originario di Mazara del Vallo e residente in quella città toscana sin dall’infanzia, ha realizzato varie opere per la Chiesa livornese, ma non c’è dubbio che questa è la più impegnativa ed importante. Il suo progetto, pur nella modernità delle linee, richiama alla memoria le cattedrali gotiche, alle quali sotto certi aspetti si ispira (diffusa simbologia, labirinto, vetrata policroma, tutti elementi che erano cari ai costruttori di quegli splendidi edifici).
Nella chiesa di Santa Lucia il simbolo più diffuso è il triangolo, che rappresenta la Trinità di Dio ed anche la triplice realtà urbana nella quale sorge quel centro di aggregazione religiosa e sociale: da una parte i due quartieri e dall’altra la città verso la quale essi si protendono. La stessa chiesa ha forma triangolare, come pure il massiccio portale, che ricorda la tenda degli antichi popoli nomadi presso i quali ebbe origine la religione ebraica, matrice di quella cristiana.
L'architetto Greco ha progettato anche l'altare, il fonte battesimale, l’ambone, il labirinto, la vetrata policroma e gli arredi. Un'attenzione particolare merita il fonte battesimale ad immersione, il cui fondo è costituito da un gran numero di ciottoli portati dai singoli parrocchiani; idealmente significa che tutti hanno contribuito alla edificazione del loro tempio.
Per la chiesa di Santa Lucia altri artisti siciliani hanno dato dei contribuiti: l’alcamese Francesco Paziente ha realizzato un Crocifisso ligneo dal viso non definito che rappresenta tutto il popolo cristiano; invece si deve a Mimmo di Cesare, artista palermitano, una bella Meridiana, che fa coppia con il Labirinto di Vincenzo Greco perché, collocati su due lati del campanile, insieme rappresentano la dimensione spazio-temporale, quindi terrena, alla quale la Chiesa contrappone quella eterna di Dio. Siciliano è anche il costruttore, Mario Saporito di Tusa (Messina), titolare della ditta Concrete S.p.A..
Di quest’opera ha parlato la stampa specializzata in termini di grande apprezzamento. Nel volume “Chiesa oggi 59” dell’editore Di Baio* si riconosce a Vincenzo Greco il merito di aver fatto incontrare nella stessa realtà architettura e design. “Ne nasce – si legge ancora - un centro parrocchiale di grande completezza.”
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* L'ampia presentazione scritta ed iconografica di quel Centro pastorale fatta dall'editore Di Baio si trova anche nel sito internet www.dibaio.com alla voce Chiesa oggi.