Nel mese di Giugno le grandi foglie verdi con striature gialle cominciavano ad abbandonarsi al calore del sole e all’umidità della notte quando vicino al mare tutto sembra ricoprirsi di una patina umidiccia e fresca specie se la brezza riesce a spezzare l’afa tipica dell’estate siciliana. Intanto dal centro della gigantesca pianta si era alzata una sorta di infiorescenza altissima da raggiungere i rami del pino marittimo che già supera il terrazzo della nostra casa sul mare: i fiori a grappolo sembravano scherzi della natura e per le piccole bacche intrecciate a foglie sottili e per la disposizione simmetrica sui due lati del fusto centrale.
Lo stupore di una simile fioritura ci aveva presi e ne parlavamo con gioia… finché un giorno quasi alla scadenza del ferragosto le lunghe striate foglie si afflosciano e si adagiano sul terreno come stanche e prive di entusiasmo, mentre il fusto fiorito si erge superbo a sfidare il cielo e il mare, contempla le altre case circostanti, vede le tortore e gli altri uccelli posarsi sul pino e sicuro di sé non si preoccupa di quanto sta accadendo alle sue radici e alla pianta che gli ha dato la vita. Poi uno di noi va sul terrazzo e rivede il fiore dell’agave ancor più da vicino e ne osserva i piccoli grappoli che sorreggono particolari pannocchie, si chiede perché le lunghe foglie sono così dimesse e chiede a se stesso perché il fiore significa la morte della pianta che per molti anni, forse venti, aveva fatto bella mostra di sé e aveva anche punto le mani di Michele che cercava di tagliare le foglie acuminate ormai secche e ne aveva sentito i morsi sulla sua pelle: strana cosa la vita dell’agave….
Ne esistono 350 varietà, proviene dalle zone calde dell’America, se ne fa largo uso e per le fibre adatte per cordami e per il succo adoperato per alcune bevande anche alcoliche come il mescal e il pulque diffuse in Messico.
L’agave fiorisce una sola volta e nello stesso tempo muore…. Triste a me pare questa storia ma ricca di significato: sarebbe molto bello lasciare questo mondo dopo aver dato il meglio di noi stessi, il fiore della gioia, della bellezza interiore che traspare da tutto il nostro essere, la serenità di aver compiuto bene i nostri doveri e soprattutto la certezza di aver diffuso attorno a noi l’amore e la comprensione.