Molte erbe odorose, in Sicilia, vengono usate nella preparazione dei nostri piatti tipici e delle nostre pietanze a base di pesce o di verdure. Fra queste, il basilico vero trionfatore dell’estate, tanto da essere definito "pianta del sole", profuma e insaporisce tanti cibi e viene usato dalle massaie quotidianamente per arricchire il gusto della passata di pomodoro, per condire le melanzane alla piastra o alla parmigiana e, unito al pomodoro crudo e al forte sapore dell’aglio, per il pesto trapanese. Importante sapere che un infuso di basilico (4 o 5 foglie di media grandezza per 1 tazza d’acqua) aiuta la digestione e concilia il sonno.
Il basilico più noto, il cui nome scientifico è "ocymum basilicum" della famiglia delle Labiate, proviene dalle zone tropicali asiatiche e africane e fu importato in Europa a metà del 1500.
Le foglie del basilico contengono preziose sostanze attive: l’acido tannico, il cineolo, la saponina e un olio essenziale composto anche di canfora. Questa nostra pianta viene coltivata in India e in America per distillarne essenze utili in profumeria. Le foglie di basilico essiccate conservano lo stesso profumo e le stesse virtù di quelle fresche e aiutano ad alleviare il mal di testa. Descrivono le proprietà del basilico i due medici più noti dell’antichità, Galeno e Dioscoride, ne parla anche Plinio il vecchio, segno che le virtù terapeutiche delle piante officinali erano note agli antichi.
Le altre varietà, usate per abbellire giardini, sono l’ocymum gratissimum, di origine indiana, arbusto alto fino a 3 metri, con bellissimi fiori di color giallo-chiaro e l’ocymum viride, o pianta della febbre come viene chiamata nella Serra Leone, grazie alle sue proprietà febbrifughe.
Una leggenda popolare ricorda che i semi del basilico vanno interrati il 19 marzo, festa di San Giuseppe, per ottenere piantine rigogliose e forti. Nei tempi ormai lontani, in ogni balcone o terrazzo, le piante di basilico facevano bella mostra di sè e nelle ore serali aiutavano a tenere lontane le zanzare, vero fastidio nelle zone ricche di vegetazione.
La mia infanzia si lega al ricordo delle foglie di basilico nell’insalata di pomodoro e cipolla, che preparava una delle mie zie, aggiungendo qualche acciuga che noi ragazzi rifiutavamo. Mia madre raccomandava a me e a mia sorella di non cenare in casa altrui, ma per noi il sapore di quell’insalata era particolare e qualche volta, senza esitare, restavamo a cena dalla zia Peppina e consumavamo delle grosse fette di pane "di casa", appena sfornato, senza raccontare nulla a mia madre che si accorgeva comunque della nostra innocente disobbedienza.