Luigi Sturzo nacque a Caltagirone nel 1871. Fu ordinato sacerdote nel 1894 e conseguì alcuni anni dopo la laurea in Teologia presso l'Università Gregoriana.
Terminati gli studi, tornò nella terra natale dove, per assecondare la sua indole incline all'impegno sociale, costituì un Comitato diocesano di associazioni di operai, agricoltori e studenti, una Cassa rurale e una Società di mutuo soccorso per artigiani; tutte inziative, queste, che miravano ad alleviare i disagi dei lavoratori, non ancora sufficientemente tutelati dalle leggi.
Affrontò i temi sociali più scottanti nel giornale La voce di Costantino, da lui fondato e diretto. In quel giornale si batteva anche in difesa del Meridione e delle autonomie locali contro la tendenza accentratrice dello Stato. Già allora il giovane sacerdote andava elaborando le sue concezioni politiche che chiamava popolarismo, cioé una forma di governo in cui il popolo fosse protagonista ed artefice di un riscatto sociale ispirato ai principi evangelici. Questa concezione politica, nella quale credeva fortemente, fu alla base di tutta la sua attività pubblica e lo indusse a fondare nel 1919 il Partito popolare, che voleva democratico, di ispirazione cristiana, ma rigorosamente aconfessionale, cioé sciolto dall'influenza della gerarchia ecclesiastica. Dal Partito popolare, in seguito, avrà origine la Democrazia cristiana.
Dopo l'avvento del Fascismo Luigi Sturzo, rendendosi conto che i tempi erano contrari ai suoi principi, scelse la via dell'esilio e si trasferì prima a Parigi, dopo a Londra e infine a New York. Durante l'esilio scrisse alcune importanti opere a carattere storico, politico e sociologico.
Dopo la fine della II guerra mondiale, rientrato in Italia, ritornò al suo impegno politico e sociale e si dedicò anche ad una intensa attività pubblicistica. Nel 1952 fu nominato senatore a vita. Morì a Roma nel 1959.
Fra le sue numerose opere c'é anche il Manuale del buon politico che contiene riflessioni sempre valide per chi intende occuparsi di politica attiva. Questo pensiero é particolarmente significativo:"Chi é troppo attaccato al denaro non faccia l'uomo politico né aspiri a posti di governo. L'amore del denaro lo condurrà a mancare gravemente ai suoi doveri." Ed ancora: "Aver cura delle piccole oneste esigenze dei cittadini come se fosse un affare importante é buon metodo in politica." Anche la seguente riflessione é interessante: "Non é di tutti saper fare della politica, ma di coloro che ne sono dotati. Come ogni arte, la politica ha i suoi grandi artefici e i suoi artigiani; naturalmente anche dei mestieranti."