Giuseppe Pitré é il più grande studioso di tradizioni popolari siciliane, non solo per la notevole quantità di informazioni e documenti raccolti, ma anche per l'impostazione rigorosamente scientifica da lui data a quella materia.
Nacque a Palermo nel 1841. Pur essendo un medico, seguì con grande passione prima gli studi storico-letterari e dopo quelli relativi al folclore. La sua opera più importante é la Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, in venticinque volumi. In essa il Pitré presentò, dividendoli per categoria, canti, proverbi, giochi, scioglilingua, indovinelli, feste, leggende, spettacoli, ecc. Lo studioso inserì nell'opera anche interessanti saggi critici.
Fu presidente della Società Siciliana di Storia Patria e della Reale Accademia di Scienze e Lettere di Palermo. Nel 1910 gli fu assegnata la cattedra di Demopsicologia all'Università di Palermo, che tenne fino alla morte.
Fondò insieme ad un altro illustre studioso, il Salomone Marino, la rivista Archivio delle tradizioni popolari, di cui furono pubblicati numerosi fascicoli. Scrisse anche una ricca Bibliografia delle tradizioni popolari in due volumi, ma arrivò a dare alle stampe solo il primo.
Al Pitré si deve la creazione a Palermo, nel 1909, del Museo Etnografico Siciliano, che oggi porta il suo nome e ha sede nella Palazzina cinese alla Favorita. In esso si conserva una notevole quantità di oggetti riguardanti la vita e la cultura del nostro popolo, quali abiti, scialli, tappeti, gioielli, mobili, ceramiche, strumenti musicali, attrezzi di lavoro e carretti. Vi sono custodite anche migliaia di lettere che il Pitré ricevette da studiosi e personaggi illustri. Degna di considerazione é, infine, la Biblioteca del museo, dotata di ben venticinquemila volumi, fra i quali quelli specialistici dello stesso fondatore.
Nel 1914 per i suoi altissimi meriti nel campo della cultura il Pitré fu nominato Senatore del Regno. Morì a Palermo nel 1916.