Nella città di Palermo, che tra il Seicento e il Settecento tende a rinnovarsi dal punto di vista urbanistico ed architettonico, anche gli ordini monastici fanno a gara per rendere più belli i loro edifici sacri. In quell'epoca e in quell'ambiente, dominati dal trionfo del Barocco, svolge la sua attività, fra valenti artisti e abili artigiani, anche uno scultore in stucco, autore di bellissime opere realizzate in chiese ed oratori. E' Giacomo Serpotta, molto apprezzato ai suoi tempi ed oggi considerato il maggiore rappresentante della scultura barocca in Sicilia.
Il suo cognome, variante del termine popolare Sirpuzza, in siciliano significa lucertola. Ed egli si compiacque talvolta di firmare le sue opere con una graziosissima lucertolina.
Nato nel 1656 a Palermo nella casa di uno scultore, perse il padre quando era ancora un ragazzo, ma decise ugualmente di continuare l'attività che da lui aveva cominciato ad imparare. Dopo un periodo di formazione a Roma, tornò nella sua città e vi rimase quasi costantemente, lavorando come decoratore specializzato in stucchi, fino alla morte, avvenuta nel 1732.
I lavori in stucco, che comunemente sono decorazioni realizzate da abili artigiani, con il Serpotta assurgono per fantasia e ricchezza plastica alla dignità di opera d'arte. Spesso si tratta di autentici capolavori.
La tecnica dello stucco consiste nel plasmare rapidamente grassello di calce e gesso su una massa di armature metalliche e lignee tenute insieme da calce e sabbia. E' una tecnica molto difficile che non consente esitazioni o ripensamenti perché quella miscela è soggetta ad un rapido essiccamento.
Oltre che con genialità creativa, il Serpotta operò nel suo campo con una formidabile tecnica innovativa passando sopra le figure appena ultimate uno strato di grassello e polvere di marmo. Questa operazione, che in siciliano prendeva il nome di "allustratura" (lucidatura), conferiva all'opera lucentezza e candore straordinari.
Le sue composizioni, costituite da figure allegoriche, fanciulli, amorini, drappi, ghirlande, sono cariche di grazia e di eleganza. Esse coprono le pareti degli edifici sacri fin sopra le finestre creando uno spettacolo d'incomparabile bellezza al quale contribuiscono quelli che il critico Argan chiama "morbidi, quasi serici effetti di luce".
Sono molte le opere del Serpotta. Meritano particolare attenzione quelle realizzate a Palermo negli Oratori del Rosario in San Lorenzo, in San Domenico e in Santa Cita e nelle chiese di Sant'Agostino, di San Francesco e di San Matteo. L'attività svolta a Sant'Agostino, a causa delle dimensioni della chiesa, fu la più impegnativa di tutta la sua carriera di artista.
Il Serpotta eseguì lavori importanti anche per la Cappella Palatina nel castello di Castelbuono e per gli interni della chiesa di Santo Spirito ad Agrigento. Inoltre si possono ammirare opere sue a Monreale, Carini, Caccamo, Alcamo e Partanna.