Antonello da Messina, grande pittore del Rinascimento siciliano, nacque intorno al 1430. Da Messina, sua città natale, si trasferì molto giovane a Napoli per imparare a dipingere nella bottega di un valente artista, Colantonio.
A Napoli conobbe la pittura fiamminga e imparò ad usare i colori ad olio. I fiamminghi, infatti, erano stati i primi ad usarli con sottili pennelli che consentivano loro di curare anche i minimi particolari del soggetto raffigurato. Notevole influenza ebbe sulla sua arte anche l'opera di Piero della Francesca, che lo portò ad organizzare i particolari in ampie composizioni nelle quali la luminosità del colore dà risalto alle forme. Frutto eccellente di queste sue conoscenze è il San Girolamo di Londra in cui si nota la precisione descrittiva degli oggetti unificati dalla luce.
Antonello tornò nella sua città natale nel 1456, ma se ne allontanò più volte per recarsi nell'Italia settentrionale. Nel biennio 1476-77 fu a Venezia, dove realizzò varie opere, tra le quali il San Sebastiano. Dopo questa esperienza rientrò a Messina e vi rimase fino alla morte, avvenuta nell'anno 1479.
I suoi personaggi hanno spesso gli inconfondibili tratti somatici dei siciliani. Ciò vale, per esempio, per il Ritratto d'uomo di Cefalù e per la Vergine annunziata di Palermo. Quest'ultima consentì al grande pittore di mettere in mostra la sua piena maturità artistica in un meraviglioso equilibrio tra forma, luce e colore.
Anche se nell'Italia settentrionale l'artista siciliano si fermò poco, tuttavia la sua presenza fu determinante per lo sviluppo della pittura rinascimentale di Venezia.
Fra le sue opere più belle ricordiamo, oltre a quelle già citate, anche La pietà e il presunto Autoritratto. I quadri di Antonello da Messina, di valore inestimabile, si trovano in numerose città italiane e nei più grandi musei del mondo. (S.B.)