Il compositore Alessandro Scarlatti, appartenente ad una famiglia di geniali musicisti, nacque a Palermo nel 1660 e morì a Napoli nel 1725.
A soli dodici anni fu condotto dai genitori a Roma per studiare musica. Terminati gli studi, rimase per alcuni anni in quella città. Lì si sposò ed ebbe numerosi figli; fra questi Domenico, destinato a diventare famoso compositore per clavicembalo.
Nel 1684 il Vicerè di Napoli gli conferì l'incarico di maestro della cappella reale, incarico che ricoprì per una ventina di anni durante i quali compose un numero straordinario di opere teatrali, di oratori e di cantate.
Nel 1703 fece ritorno a Roma dove fu costretto, dall'ostilità papale per il teatro, ad indirizzare la sua attività creativa verso generi non operistici: cantate, oratori, serenate e composizioni liturgiche. La sua produzione romana fu molto vasta.
Successivamente si trasferì a Venezia, per l'allestimento di alcune sue opere, poi tornò a Roma. Trascorse a Napoli gli ultimi anni conducendo vita molto riservata e distaccata dal mondo musicale di quella città.
Alessandro Scarlatti fu autore molto prolifico. La sua enorme produzione comprende 65 opere teatrali, 700 cantate, 112 mottetti e, in minor numero, oratori, messe, sinfonie e concerti per archi. Tra le sue opere più importanti ricordiamo Olimpia vendicata (1685), La Statira (1690), La caduta dei decemviri (1697), Mitridate Eupatore (1707) e Telemaco (1718).
Egli è considerato uno dei massimi compositori della scuola napoletana. Con la sua sensibilità creativa influenzò il melodramma in tutta la sua storia, nonché i compositori italiani di musica vocale e sacra.