Il filosofo siciliano Empedocle è uno dei personaggi più illustri dell'antichità. Era anche uomo politico, naturalista, medico e mago. Nacque ad Agrigento in seno ad una famiglia ricca e potente intorno al 483 a.C. e morì intorno al 423 a.C.
Empedocle espose il suo pensiero in versi purtroppo in gran parte perduti. A noi sono giunti frammenti di un poema sull'Universo e di un'opera intitolata Le purificazioni.
Per il filosofo agrigentino il mondo é costituito da quattro elementi: terra, acqua, aria e fuoco che, combinandosi in proporzioni diverse, danno origine a tutto. Vi sono due forze che avvicinano o allontanano questi elementi, l'amore e l'odio. Grazie all'amore i corpi si formano e rimangono in vita, mentre a causa dell'odio i corpi muoiono disgregandosi ed ogni elemento ritorna alla sua origine, la terra torna alla terra, l'acqua all'acqua, l'aria all'aria e il fuoco al fuoco.
Dentro ogni essere umano, secondo Empedocle, vi è l'anima, che ci consente di conoscere il mondo. Essa è uno spirito carico di energia e di vitalità, immutabile ed immortale, che, dopo la disgregazione del corpo al quale appartiene, va a rigenerarsi in un altro corpo. Quando finalmente avrà ottenuto la pace alla quale anela ritornerà al tutto dal quale nascendo si è staccata.
Nel campo della fisica Empedocle capì l'esistenza della forza di gravità e nel campo della biologia intuì l'evoluzione e la selezione naturale.
Secondo una leggenda, Empedocle morì in un modo curioso. Si dice, infatti, che si sia gettato dentro il cratere dell'Etna e che il vulcano abbia scagliato fuori un suo sandalo, quasi a significare che restava di lui ciò che non aveva il carattere dell'eternità mentre il resto si ricongiungeva all'Assoluto. (S.B.)