Teocrito é un grande poeta dell'antichità nato a Siracusa, colonia greca, intorno 310 a.C.
Soggiornò a lungo nell'isola di Cos, dove c'era un cenacolo poetico molto attivo, e ad Alessandria d'Egitto, punto di riferimento per poeti ed uomini di cultura attratti dalla sua celebre biblioteca. Si pensa che in quella città abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita sotto la protezione dei Tolomei e che vi sia morto intorno al 260 a.C.
Teocrito visse nella cosiddeta età alessandrina, caratterizzata più dagli studi eruditi che dalla creazione originale. La poesia di quel periodo, infatti, é spesso elegante, raffinata, ma é sostanzialmente povera di afflato lirico. Questo non vale per Teocrito, che nelle sue opere raggiunge validi risultati.
Egli é considerato il creatore della poesia bucolica, che si esprime negli idilli, brevi componimenti naturalistici. In quelli del poeta siracusano troviamo belle descrizioni agresti e paesaggi mediterranei nei quali sono inseriti personaggi pervasi dall'amore, come il pastore innamorato che soffre perché il suo sentimento non é corrisposto o il giovane che non lavora di buona lena perché pensa troppo alla fanciulla amata.
Gli idilli di Teocrito sono componimenti non realistici perché in essi non troviamo la natura come effettivamente é, ma come la idealizza il poeta, con pastori che hanno tutti l'animo buono e delicato e trascorrono il tempo pensando al canto e all'amore. La natura descritta da Teocrito rivela l'ansia di evasione di chi vive nella città affollata e caotica, costretto a rispettare rigide regole comportamentali, mentre vede nel vivere spontaneo e libero una possibilità di riscatto. Questo vale non soltanto per l'autore che scrive, ma anche per il pubblico che legge, perché entrambi appartengono alla civiltà urbana.
Gli idilli, come si é visto, hanno anche carattere amoroso. L'amore, infatti, é l'altro grande motivo ispiratore della poesia teocritea, presentato nelle sue varie manifestazioni, ma sempre incapace di dare gioia.
Di Teocrito ci sono pervenuti 30 idilli, che costituiscono la parte migliore della sua produzione, tre mimi, destinati al teatro, due brevi composizioni epico-mitologiche, in cui l'autore si ispira ai modelli dei passato. Abbiamo, inoltre, due componimenti in cui lo vediamo poeta di corte che si rivolge, per averne dei favori, ora a Ierone di Siracusa, ora a Tolomeo d'Alessandria, pur senza rinunciare alla sua dignità. Infine ci rimane un componimento curioso, intitolato La zampogna, i cui versi, di varia lunghezza, graficamente rappresentano l'oggetto cantato. E' una prova di virtuosismo alla quale sapeva giungere la raffinatissima poesia alessandrina.