Esiste in Sicilia una struttura per la cura delle tartarughe che sono incorse in incidenti di vario genere. Si trova a Comiso, presso Ragusa e si chiama Centro Regionale recupero Fauna selvatica e Tartarughe marine. Questo Centro, finanziato dalla Regione e dalla Provincia, è gestito da un gruppo di giovani volontari guidati dal naturalista Gianni Insacco.
Quali incidenti possono capitare alle tartarughe marine? Possono essere investite da barche in navigazione, che talvolta spaccano la loro corazza (carapace); possono ingoiare del materiale che si trova nel mare (polistirolo, plastica, grossi ami da pesca, fili di nylon) e subire per questo lacerazioni e infezioni intestinali, talvolta anche occlusioni. In tal caso gli animali non possono più alimentarsi e deperiscono.
La tartarughe recuperate in condizioni critiche, dopo l’osservazione radiografica, se necessario vengono operate dal veterinario Vincenzo Inclimona, responsabile sanitario del Centro. Dopo il periodo di riabilitazione in apposite vasche gli animali vengono rimessi in acqua. Questo avviene nel 95% dei casi.
Almeno millecinquecento tartarughe sono state curate finora in questo Centro, con una media di circa novanta esemplari ogni anno, raccolti in varie parti della Sicilia e tempestivamente ricoverati.
A differenza dei delfini, che si sono evoluti nel tempo, le tartarughe, pur esistendo da 200 milioni di anni, non sono riuscite ad adeguarsi ai cambiamenti dell’ambiente e quindi sono più soggette ad incidenti provocati dalla presenza dell’uomo.