In Sicilia il più gioioso dei riti pasquali é senz'altro quello chiamato L'Arora (L'Aurora), che rappresenta l'incontro della Madonna con il figlio appena risorto. In passato si svolgeva di buon mattino e ciò spiega il suo nome; in seguito si é spostato in orario sempre più comodo.
La mattina del giorno di Pasqua nella piazza principale si raduna tutta la gente in festa. All'ora stabilita un Angelo attraversa la piazza più volte, sorretto dai portatori se é una riproduzione, a cavallo se si tratta di un bambino con tunica ed ali. Procedendo in alcuni posti a passo normale, in altri di corsa, l'Angelo porta a Maria l'annunzio della resurrezione di suo figlio.
In seguito, da opposti lati della piazza, si fanno strada fra la gente l'immagine della Madonna, ammantata di nero, che cerca il figlio, e quella di Gesù Cristo con la bandiera in mano, simbolo della vittoria sulla morte e sul peccato. Quando vengono a trovarsi l'una di fronte all'altra, dal capo della Madonna scivola il velo nero ed ella appare in abito chiaro, mentre si leva in cielo un volo di colombi prima nascosti dal velo.
La banda musicale commenta l'avvenimento con una musica festosa e poi accompagna le due statue che percorrono le vie del centro sorrette dai portatori e seguite da tutta la gente.
Questa é nella sua essenzialità l'Arora, però nelle diverse località in cui si rappresenta vi sono delle varianti. In particolare, a Modica la Madonna, giunta davanti a Gesù, si china verso di lui come per baciarlo sul costato e questo dà il nome alla manifestazione, che si chiama, appunto, 'A Maronna vasa vasa.
Si racconta che in qualche località il rito dell'Aurora era considerato così bello e importante che la famiglia della sposa chiedeva al futuro sposo un impegno formale a consentire alla moglie di assistervi ogni anno.