Quella dei Beati Paoli fu una setta segretissima, attiva a Palermo fino al secolo XVI, se addirittura non continuò ad agire anche dopo. Di essa sappiamo con certezza il nome, per il resto si possono fare soltanto delle congetture.
Era costituita da persone di condizione medio-bassa, che si facevano giustizia contro gli abusi dei potenti quando lo Stato privilegiava le classi elevate anche nell’amministrazione della giustizia.
I Beati Paoli costituivano un tribunale segreto e illegale, che si riuniva se a Palermo avveniva un fatto grave da parte di un potente ai danni di persone di condizione inferiore. Gli adepti di quella setta esaminavano il caso ed emettevano la sentenza. Se si trattava di una sentenza di morte, durante la stessa seduta decidevano chi di loro doveva ricevere l’incarico di eseguirla.
Non sappiamo in quale epoca sia sorta questa setta. Il più attendibile degli scrittori che si siano occupati di essa, il Marchese di Villabianca, ritiene che le sue origini risalgano al XII secolo.
Nel mistero è avvolto anche il suo nome. Per spiegarlo sono state avanzate le ipotesi più disparate; la più attendibile sembra quella che fa riferimento ad una congregazione religiosa devota di San Paolo. Da osservare che nel passato con il termine beato si faceva riferimento ad una persona particolarmente religiosa.
I Beati Paoli si riunivano con molta probabilità nelle catacombe che si trovano sotto il quartiere del Capo. Vi entravano da un palazzo situato nelle vicinanze e avevano anche un’uscita di emergenza che, in caso di pericolo, consentiva loro mi mettersi in salvo fuggendo verso la campagna.
Anche dei suoi affiliati sappiano pochissimo. Due nomi soltanto ci sono giunti; riguardano persone arrestate per delitti compiuti in qualità di Beati Paoli e condannate a morte.
Il marchese di Villabianca racconta che quand’era ragazzino conobbe un cocchiere, di nome Vituzzu, del quale si diceva ch’era stato un appartenente alla setta dei Beati Paoli, forse l’ultimo o, comunque, uno degli ultimi.
A questa misteriosa e terrificante setta ha dedicato un romanzo lo scrittore palermitano Luigi Natoli, che amava firmare le sue opere con lo pseudonimo di William Galt. Il romanzo s’intitola proprio “I Beati Paoli. Lo stesso autore parla di questa misteriosa setta anche nel romanzo “Coriolano della Floresta”.