Il grande poeta inglese William Shakespeare sarebbe nato in Sicilia, ed esattamente a Messina. E' la strabiliante conclusione alla quale giunge, sulle orme di altri studiosi siciliani, il prof. Martino Iuvara, ragusano, che porta a sostegno delle sua tesi una serie di argomentazioni. La notizia è stata data dal settimanale Oggi.
Il prof. Iuvara ci informa che nel 1564 a Messina nacque un bambino, Michelangelo, nella casa del medico Giovanni Florio, sposato con la nobildonna Guglielma Crollalanza. Il padre dopo alcuni anni, accusato di eresia e condannato al rogo, per salvarsi si trasferì con la famiglia nell'Italia settentrionale.
In seguito Michelangelo Florio, laureatosi all'Università di Padova, volendo evitare conflitti con la chiesa a causa delle sue idee e delle sue amicizie, viaggiò a lungo per l'Europa prima di approdare in Inghilterra dove chiese ospitalità alla famiglia Shakespeare, imparentata con quella di sua madre. Questo cognome è composto dalle parole shake (crolla) e speare (lancia) e quindi equivale all'italiano Crollalanza, come appunto si chiamava la madre del nostro giovane.
Dopo la morte di un cugino inglese, di nome William, il siciliano ne assunse nome e cognome cercando d'inserirsi definitivamente nella società anglosassone, ma non poté nascondere del tutto il suo accento straniero, che veniva rilevato negli ambienti da lui frequentati. Successivamente sono nate le numerose opere di teatro che hanno mostrato al mondo intero la genialità di William Shakespeare.
Due fatti lasciano perplessi: nelle numerose opere ambientate in Italia Shakespeare dà prova di conoscere benissimo i luoghi citati; inoltre Michelangelo Florio è autore di una raccolta di proverbi, molti dei quali sono citati nell'Amleto.
Se prendiamo per buona la bizzarra tesi del prof. Iuvara, dobbiamo pensare che William Shakespeare da ragazzo parlò correntemente il siciliano. E per celia possiamo supporre che, se fosse rimasto in Sicilia, sulle labbra di Amleto, invece dell'ostico To be or not to be? This is the question avrebbe potuto mettere queste parole per noi più familiari: Essiri o 'unn'essiri? Chistu è lu sfurniciamentu.