Sul finire del Settecento a Palermo venne giustiziata un'anziana donna, colpevole di avere fornito dell'arsenico a quelle mogli che volevano liberarsi del marito.

Essa si procurava il veleno rivolgendosi ai farmacisti (che allora si chiamavano speziali) col pretesto di usarlo per uccidere gli scarafaggi.

Scoperta, venne arrestata e processata. I giudici furono con lei molto severi, infatti la condannarono alla pena dell'impiccagione.

L'arsenico, che la vecchia procurava alle sue "clienti", per l'odore che emanava veniva chiamato aceto. Da qui il nome di vecchia dell'aceto che dà il titolo ad un popolare romanzo ispirato da quella squallida vicenda.