I Romani nel terzo secolo a.C., conquistando la Sicilia, occuparono Catania, dove trovarono un orologio solare, detto anche meridiana, che nella nostra terra era già conosciuto da decenni, come ci dice lo storico greco Plutarco.

La meridiana era costituita da un quadrante sul quale delle linee, segnate ad intervalli regolari e in semicerchio, corrispondevano alle ore del giorno; vi era, poi, uno stilo, cioè un lungo chiodo piantato nel centro, che nel corso della giornata proiettava la sua ombra progressivamente sulle varie linee e in questo modo si poteva capire qual era l'ora.

Il comandante dell'esercito romano apprezzò moltissimo quella portentosa invenzione e la mandò a Roma. La meridiana fu collocata nel foro, ma purtroppo non segnava il tempo in modo corretto perché era stata concepita per la latitudine di Catania.

Solo dopo un secolo fu realizzata una meridiana secondo la latitudine della capitale e da quel momento i Romani, recandosi al foro per attività politiche, giudiziarie o commerciali, potevano avere dello scorrere del tempo un'idea meno approssimativa.