Il poeta greco Eschilo è uno dei più grandi tragediografi dell'antichità. Nato ad Eleusi nel 525 a.C. da famiglia agiata, partecipò alle famose guerre persiane e scrisse varie tragedie da lui stesso interpretate.
Quando i Greci sconfissero i Persiani a Salamina, il poeta volle esaltare il valore del suo popolo scrivendo la tragedia 'I Persiani'. Con essa non solo fu molto apprezzato nella sua terra, ma ebbe fama anche in Sicilia, tanto che Gerone, tiranno di Siracusa, lo invitò a rappresentarla nel teatro di quella città. Eschilo accettò l'invito di buon grado.
In Sicilia l'autore greco scrisse una tragedia intitolata 'Etnee' per celebrare la conquista di Catania ad opera di Gerone.
In seguito Eschilo rimpatriò, ma tornò ancora una volta nella nostra Isola in conseguenza di contrasti politici che aveva avuto con i suoi conterranei. E in Sicilia, esattamente a Gela, morì nel 456 a. C. all'età di 69 anni.
Sulla sua morte è stato tramandato questo curioso aneddoto: poichè Eschilo era calvo, un'aquila scagliò contro la sua testa, avendola scambiata per un sasso, una tartaruga di cui voleva rompere la corazza. Aneddoti di tal genere venivano raccontati su personaggi famosi dagli autori del teatro comico per divertire il pubblico. In realtà il drammaturgo morì di morte naturale.