- Autore:
- Giuseppe Tomasi di Lampedusa
- Email:
- Casa Editrice:
- Feltrinelli Traveller
- Prezzo:
- Anno e luogo di Pubblicazione:
- 2018 -
Recensione
"Il Gattopardo" di Giuseppe Tomasi di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un'opera imprescindibile per chiunque desideri esplorare la cultura siciliana e il suo complesso passato. Pubblicato postumo nel 1958, questo romanzo è diventato un classico della letteratura italiana, grazie alla sua rappresentazione profonda e malinconica di una Sicilia in cambiamento durante l'unificazione italiana. Attraverso la figura del principe Fabrizio Salina, Giuseppe Tomasi di Lampedusa ci mostra una società aristocratica in declino, che cerca di adattarsi a un mondo che evolve, ma senza mai cambiare davvero. Tancredi Falconeri, il nipote del principe, rappresenta questa adattabilità superficiale, incarnando la gioventù disposta a fare compromessi pur di sopravvivere nel nuovo contesto. La storia si svolge in un periodo di grande fermento storico e sociale, e il romanzo, pur concentrandosi sulla vita di un'unica famiglia nobile, riesce a catturare l'essenza di un'intera epoca.
Il principe Fabrizio Salina è un personaggio di grande spessore psicologico, rappresenta l'aristocrazia siciliana del XIX secolo e la sua riluttanza a cedere il passo alle nuove forze che stanno trasformando l'isola e l'intera nazione. Attraverso la sua figura, l'autore ci regala uno spaccato della Sicilia che va ben oltre la rappresentazione romantica e stereotipata spesso offerta dalla letteratura. Il principe è un uomo complesso, che comprende e accetta il fatto che il mondo stia cambiando, ma che allo stesso tempo è incapace di adattarsi pienamente a questi cambiamenti. La sua malinconia e la sua consapevolezza del declino della sua famiglia e del suo mondo sono espresse con una lucidità che rende il personaggio estremamente umano e vicino al lettore.
Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è il modo in cui l'autore utilizza il contesto storico per dare profondità e significato alla vicenda. La storia si svolge durante il Risorgimento italiano, un periodo in cui l'isola di Sicilia, così come il resto della penisola, è attraversata da profondi cambiamenti politici e sociali. L'annessione del Regno delle Due Sicilie al nascente Regno d'Italia rappresenta un punto di svolta cruciale per la Sicilia e per i suoi abitanti. Tuttavia, come suggerisce Giuseppe Tomasi di Lampedusa, questi cambiamenti non sono realmente percepiti come rivoluzionari dalla popolazione locale. Infatti, la famosa frase pronunciata dal nipote del principe, Tancredi Falconeri, "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi", esprime perfettamente l'atteggiamento pragmatico dell'aristocrazia siciliana, che si adatta ai cambiamenti solo superficialmente, cercando in realtà di mantenere intatta la propria posizione di privilegio.
Il linguaggio del romanzo è ricco di descrizioni evocative che dipingono la Sicilia in tutta la sua bellezza e contraddizione. La narrazione è lenta e riflessiva, e ci fa immergere in un mondo di antichi palazzi, tradizioni radicate e una nobiltà che non vuole arrendersi al cambiamento. La Sicilia descritta da Giuseppe Tomasi di Lampedusa è una terra sospesa nel tempo, con paesaggi mozzafiato e un'atmosfera di decadenza che permea ogni pagina del libro. L'autore riesce a trasmettere un senso di nostalgia per un mondo che sta svanendo, ma allo stesso tempo non indulge mai in una visione idealizzata della Sicilia. Le descrizioni dei palazzi in rovina, dei paesaggi aridi e della vita quotidiana degli abitanti dell'isola sono tanto realistiche quanto poetiche, e contribuiscono a creare un ritratto vivido e autentico della Sicilia dell'epoca.
Un altro elemento centrale del romanzo è il tema del tempo e del cambiamento. "Il Gattopardo" è, in fondo, un'opera sul trascorrere del tempo e sull'inevitabile declino di tutte le cose. Il principe Salina è profondamente consapevole della propria mortalità e del fatto che il mondo a cui appartiene è destinato a scomparire. Questa consapevolezza si riflette nella sua attitudine distaccata nei confronti degli eventi storici che stanno sconvolgendo l'Italia. Egli osserva il cambiamento con una sorta di fatalismo, accettando il fatto che nulla possa davvero fermare il corso del tempo. Questo tema è reso ancora più evidente nella scena finale del romanzo, in cui il principe, ormai vecchio e stanco, riflette sulla propria vita e sulla fine imminente.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel descrivere il declino dell'aristocrazia siciliana, non risparmia critiche alla società dell'epoca. Il suo sguardo è disincantato e privo di illusioni, e il romanzo è pervaso da un senso di amarezza per l'incapacità della Sicilia di rinnovarsi davvero. Anche i nuovi protagonisti del potere, rappresentati dalla borghesia emergente, non vengono descritti in termini particolarmente positivi. Don Calogero Sedara, il rappresentante della nuova classe dirigente, è un uomo privo di scrupoli e di cultura, interessato solo al proprio arricchimento personale. In questo senso, "Il Gattopardo" può essere letto anche come una critica alla modernità e alla mancanza di valori della nuova società che sta nascendo.
Tuttavia, nonostante la sua visione pessimistica, "Il Gattopardo" è anche un romanzo profondamente umano e toccante. Giuseppe Tomasi di Lampedusa riesce a creare personaggi indimenticabili, le cui vite e emozioni sono descritte con una tale profondità e sensibilità da renderli estremamente reali. Oltre al principe Fabrizio, anche altri personaggi come Tancredi, Concetta e Angelica sono ritratti con grande maestria, ognuno con le proprie ambizioni, speranze e delusioni. Tancredi, in particolare, rappresenta il volto più pragmatico della nobiltà, disposto a compromessi pur di sopravvivere in un mondo che cambia. Angelica, invece, è l'incarnazione del fascino e dell'opportunismo della nuova società, capace di conquistare tutti con la sua bellezza e la sua astuzia.
"Il Gattopardo" non è solo la storia di una famiglia, ma è anche la storia di un'intera regione e delle sue contraddizioni. Pur trattando temi universali come il potere, l'amore e la morte, il romanzo ha un'identità profondamente siciliana, rendendolo un'importante testimonianza culturale per chi vuole scoprire l'anima dell'isola. Giuseppe Tomasi di Lampedusa riesce a trasmettere il senso di appartenenza alla terra siciliana, con tutte le sue bellezze e le sue contraddizioni. La Sicilia che emerge dalle pagine del romanzo è una terra affascinante e difficile, piena di contrasti e di misteri, che non può essere compresa appieno senza immergersi nella sua storia e nelle sue tradizioni.